Martirologio romano15 Luglio Sant'Enrico primo, Imperatore Romano e Confessore, il cui giorno natalizio è ricordato il tredici di questo mese.
A Lione, in Francia, la deposizione di san Bonaventura, Cardinale e Vescovo di Albano, Confessore e Dottore della Chiesa, dell'Ordine dei Minori, famosissimo per la dottrina e la santità della vita. La sua festa tuttavia si celebra nel giorno precedente.
A Pavia san Felice, Vescovo e Martire.
A Porto Romano, il natale dei santi Martiri Eutropio, e Zosima e Bonosa sorelle.
A Cartagine il beato Catulino Diacono, sulle cui lodi sant'Agostino fece un discorso al popolo, e i santi Gennaro, Fiorenzo, Giulia e Giusta Martiri, sepolti nella Basilica di Fausto.
Ad Alessandria i santi Martiri Filippo, Zenone, Narseo e dieci fanciulli.
Nell'isola di Tenedo sant'Abudemio Martire, che patì sotto Diocleziano.
A Sebaste, in Armenia, sant'Antioco medico, decapitato sotto il Preside Adriano. Perché dal suo capo usciva latte invece di sangue, il carnefice Ciriaco si convertì a Cristo e subì anch'egli il martirio.
A Nisibi, nella Mesopotamia, il natale di san Giacomo, Vescovo di quella città, uomo di grande santità. Illustre per miracoli e per dottrina, fu, sotto la persecuzione di Galerio Massimiano, del numero dei Confessori, i quali poi nel Concilio di Nicea condannarono la perversità di Ario, opponendogli il dogma della consostanzialità; per le preghiere di lui e di sant'Alessandro Vescovo lo stesso Ario, sparse le viscere, ricevette a Costantinopoli la degna mercede della sua iniquità.
A Napoli, in Campania, sant'Atanasio, Vescovo di quella città, il quale dall'empio nipote Sergio fu molto maltrattato e cacciato dalla sede, e finalmente a Veroli, nel Lazio, consunto dagli stenti, se ne andò in cielo, al tempo di Carlo il Calvo.
A Campi Salentina, nella Puglia, san Pompilio Maria Pirrotti, Confessore, dell'Ordine dei Chierici Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie, illustre per la vita apostolica, da Pio undecimo, Pontefice Massimo, annoverato tra i Santi.
A Palermo l'Invenzione del corpo di santa Rosalia, Vergine Palermitana. Al tempo del Sommo Pontefice Urbano ottavo, ritrovato miracolosamente, nell'anno del Giubileo liberò la Sicilia dalla peste.
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